Isola del Liri, oggi celebre per le sue cascate, ha attratto numerosi artisti del Grand Tour tra Sette e Ottocento, grazie alla sua posizione lungo la Via Latina, uno dei principali percorsi tra Roma e Napoli. Il nostro progetto di ricerca, volto alla ricostruzione delle storie di viaggio dei grand tourists nelle aree marginali del Paese, non poteva perciò non considerare anche questo piccolo comune del frusinate, situato a pochissimi chilometri da Sora, che nel XIX secolo si trasformò da borgo rurale a uno dei poli produttivi più dinamici di tutta l’antica provincia di Terra di Lavoro, grazie ai numerosi opifici sorti lungo i fiumi Liri e Fibreno.
Basandoci sul prezioso volume di Paolo Accettola, Artisti e viaggiatori del XVII-XIX secolo a Casamari e presso San Domenico di Sora (2019), sappiamo, per esempio, che tra i primi viaggiatori stranieri ci furono gli inglesi, seguiti poi da francesi, tedeschi e viaggiatori di altre nazionalità, attratti dalla bellezza delle cascate del Liri, dalle antiche abbazie e dai reperti archeologici della zona.
Richard Wilson (1714-1782), tra i principali paesaggisti britannici, fu probabilmente il primo artista straniero a raffigurare la cascata di Isola del Liri durante il suo soggiorno in Italia (1750-1757). A lui seguirono Robert Adam (1728-1792), George Keate (1729-1797) e Jacob More (1740-1793), che nel 1780 dipinse Un paesaggio classico ideale con Cicerone ed amici, ispirandosi ai luoghi descritti dal celebre oratore romano nel De Legibus, in cui, dialogando con Quinto ed Attico, confessò di essere nato in questa terra.
Nel panorama dei viaggiatori inglesi della seconda metà del Settecento, il più noto fu senza dubbio sir Richard Colt Hoare (1758-1838), archeologo, antiquario e scrittore, che visitò l’Italia in più riprese tra il 1785 e il 1791. Durante il biennio 1790-91 esplorò la Certosa di Trisulti, la Valle Roveto e il territorio di Isola del Liri, documentando le sue esperienze nel diario Recollections Abroad, pubblicato postumo nel 1818. Oltre ai racconti scritti, Hoare ci ha lasciato anche numerosi disegni raccolti in Views from Nature in the Neighbourhood of Rome and Abruzzo, oggi conservati presso la Paul Mellon Collection dello Yale Center for British Art.

A sinistra: Richard Colt Hoare, Ducal Palace at Isola di Sora, 1790, Yale Center for British Art.
A destra: Castello Boncompagni di Isola del Liri, in una foto scattata dall’area verde Viscogliosi, in prossimità di via Valcatoio (fotografia di Camilla Giantomasso).
Grande appassionato di arte, Hoare fu anche mecenate di vari artisti, tra cui il tedesco Jacob Philipp Hackert (1737-1807), anch’egli tra i grand tourists del periodo. “Rivale” di More, Hackert giunse in Italia nel 1768, soggiornando a lungo a Roma e nei suoi dintorni, anche al di fuori dei confini pontifici. Fu probabilmente tra il 1773 e il 1774 che l’artista visitò per la prima volta il Ducato di Sora, per poi farvi ritorno nel 1792, quando godeva ormai della protezione del re Ferdinando IV di Borbone. Nei suoi schizzi e dipinti dedicati a Isola del Liri, si nota la sua predilezione per la vita contadina dell’epoca e per i paesaggi con le celebri cascate: sia quella più piccola, denominata del Valcatoio, sia la Grande, dominata dal castello Boncompagni.

Jacob Philipp Hackert, Le molini a Carinello con il fiume Fibreno, 1793, Collezione privata.
Fonte: Proloco Isola del Liri

Jacob Philipp Hackert, Italienische Stadt mit Wassrfall, 1794, Collezione privata.
Fonte: Proloco Isola del Liri
Sul finire del secolo, complice l’invasione delle truppe napoleoniche, i grandtourists furono per la maggior parte francesi, spesso legati all’Accademia di Francia a Roma. Tra coloro che visitarono la Valle del Liri per specializzarsi nella pittura topografica troviamo: Jean-Joseph-Xavier Bidauld (1758-1846), Nicolas-Didier Boguet (1755-1839), Florent Fidèle Constant Bourgeois (1767-1841) e Alexandre-Hyacinthe Dunouy (1757-1841) – artisti che con le loro opere contribuirono a diffondere in Europa l’immagine di questo angolo d’Italia, che continua ancora oggi ad affascinare per la sua storia e il suo paesaggio.
Di Camilla Giantomasso