La Terra Brigasca vista dai viaggiatori tra XIX e XX secolo

Il nostro lavoro di ricerca si è avvalso della collaborazione con l’associazione “A Vaštéra – Üniun de tradisiun brigašche”, che si occupa di difendere e valorizzare la cultura della Terra Brigasca, storica regione delle Alpi Liguri posta a cavallo del monte Saccarello (2200 m slm), ossia tra le attuali Francia (Alpes-Maritimes), Liguria e Piemonte. Ne è nato a un articolo pubblicato sul n° 77 (2024) della rivista A Vaštéra. Šcartari de Gènte Brigašche (qui l’indice).
Il territorio brigasco, tradizionalmente interessato dalla pastorizia ma anche centro culturale e commerciale permeato da influenze liguri e provenzali, è stato descritto da diversi viaggiatori del passato. La vocazione pastorale è documentata ad esempio da Davide Bertolotti (1834):


gli abitatori di Briga hanno serbato […] un vero amore per la vita pastorale. Di cinquecento famiglie, […] trecento non ad altro attendono che alla cura delle greggie, da immemorabil tempo di padre in figliuolo. Ne’ pascoli d’estate, que’ pastori rimangono dì e notte a cielo scoperto.


In modo simile si esprimono Edward e Margaret Berry quasi un secolo dopo (1931), lodando la lana prodotta, esportata fino a Nizza e Marsiglia, ma anche il miele e la lavanda brigaschi. Numerose sono poi le descrizioni del centro abitato di Briga (La Brigue), capitale culturale della Terra Brigasca: nella Guide to the Western Alps di John Ball (1898) risulta pittoresca meta di villeggiatura “raccolta intorno ad un alto campanile e dominata dalla torre di un castello in rovina”. A Briga si reca anche il collezionista di piante Reginald Farrer (1911), che ne fornisce una precisa descrizione geomorfologica e botanica, evidenziando anche la presenza di “un immenso versante rivestito di vigneti”.
Queste descrizioni trovano conferma visiva nell’acquerello di Giovanni Pinotti (1895 ca.), che rappresenta il centro abitato visto da ovest lungo la strada che collega San Dalmazzo di Tenda con Morignolo costeggiando il torrente Lavenza. L’opera raffigura in maniera molto dettagliata il ponte che ancora oggi si incontra nell’accesso al centro di Briga, la chiesa con il suo campanile, la collegiata di San Martino, i campanili delle cappelle dell’Assunta e dell’Annunziata, il castello medievale dei Lascari e, sullo sfondo, il profilo del Saccarello.
 

Giovanni Pinotti, Briga, ca. 1895, Biblioteca Museo Clarence Bicknell.

Nell’acquerello il paesaggio intorno al villaggio è prevalentemente aperto, con estesi terrazzamenti lungo i due lati della valle, di cui i Berry (1931) lodano “la fertilità del suolo” e “la qualità del vino”. Soprattutto lungo la zona della Ciappea trovavano infatti spazio molti terrazzamenti vitati, ben visibili nell’opera del Pinotti lungo il versante che scende verso l’abitato sulla sinistra. La zona è stata abbandonata nel Novecento, come documentato dalla foto del maggio 2018 che rileva l’espansione della vegetazione secondaria. La tecnica della ri-fotografia ha però permesso di evidenziare un recente progetto di recupero, iniziato nel 2021: nel settembre 2024, il paesaggio vitato terrazzato della Ciappea risulta ripristinato, nell’ottica della ripresa di una pratica agricola che ha caratterizzato la storia della Terra Brigasca.

ciappea

La Ciappea nel maggio 2018 e nel settembre 2024, con i terrazzamenti vitati prima abbandonati e ora recuperati (fotografia di Pietro Piana).
 


Di Enrico Priarone

Ultimo aggiornamento 24 Marzo 2025